AREA PALEOCRISTIANA DI CORNUS
Fondata dai cartaginesi¸ Cornus fu un centro
di controllo delle risorse minerarie di ferro proveniente dal Montiferru
e del patrimonio boschivo del monte utilizzato nella cantieristica navale
cartaginese.
Nel 215 a.C. fu baluardo della resistenza sardo-punica alla conquista di Roma. La rivolta¸ guidata da nobili sardi punicizzati o di origine punica Hampsicora e suo figlio Hostus, fu soffocata dopo due battaglie: la prima combattuta forse nei pressi di Cornus e la seconda nel Campidano. I due persero la vita.
I resti monumentali visibili nella foto sono relativi all´area paleocristiana di Columbaris. La zona dove presumibilmente sorgeva l'acropoli della città e i quartieri abitativi purtroppo non è stata interessata da scavi sistematici.
BORGATA TORRE DEL POZZO
L´insediamento umano in questa zona è
documentato dal ritrovamento di reperti risalenti al neolitico antico
(5700-5300 a.C.).
Sul promontorio si erge una torre risalente al periodo spagnolo. Fu costruita
durante la realizzazione del sistema fortificato costiero della Sardegna
contro le incursioni dei pirati musulmani.
Questa torre¸ in funzione dal
1596¸ controllava il litorale di “Sas Renas” e la baia di “S´Archittu”.
Poco distante¸ verso il mare¸ si apre un pozzo dal quale¸ durante le
frequenti e violente mareggiate¸ fuoriescono¸ con grande frastuono¸
energici getti d'acqua.
BORGATA S´ARCHITTU
Baia caratterizzata dall´arco naturale scavato
nella roccia calcarea¸ anche se il Lamarmora¸ nella sua opera "L´Itinerario
dell´isola di Sardegna" del 1868¸ scrive "...sembra
scavato dalla mano dell´uomo...".
Recenti scoperte ipotizzano
che a s´Archittu fosse situato l´antico Coracodes Portus
di cui parla Tolomeo¸ il porto di Cornus.
Sul fondale¸ in prossimità dell´arco¸ a dieci metri
di profonditภè stato scoperto un canale navigabile
che sicuramente permetteva l´accesso delle navi al porto¸
tracce di una banchina e rudimentali bitte per l´ormeggio scavate
nel calcare.
Sono stati portati alla luce svariati reperti archeologici
che fanno pensare ad un porto frequentato da un intenso traffico mercantile.
BORGATA S.CATERINA
E´ una delle spiagge più famose dell´oristanese
caratterizzata da ciottoli grigi. E´ in questo litorale che¸
secondo la leggenda popolare, fu ritrovata dentro una cassa di legno,
la statua della Madonna della Neve.
La torre di Santa Caterina di Pittinuri (XVI secolo) era già attiva nel 1599.
Nel 1729 vi risiedeva un Alcaide e due soldati sotto il controllo del marchese di Siete Fuentes.
SELCIATO DEI GIGANTI
Il selciato dei giganti è un tipo di roccia
basaltica chiamato basalto colonnare.
I basalti colonnari sono il risultato di fenomeni di vulcanismo subacqueo
avvenuti nei fondali marini centinaia di migliaia d´anni fa.
La particolare forma, parallelepipedo regolare generalmente a base pentagonale o esagonale, è causata dall´improvviso raffreddamento
del magma a contatto con l'acqua.
A Cuglieri queste formazioni basaltiche si possono osservare lungo la costa tra Capo Nieddu e Foghe.
Le foto sono state gentilmente concesse da “Editrice Archivio Fotografico Sardo” Nuoro
OLIVASTRO MILLENARIO
Gran parte del territorio di Cuglieri è coperto da olivi, nel 1936 si contavano 64.276 piante. L´olio è chiaro con un profumo inconfondibile di collina.
In località Tanca Manna si trova un gigantesco olivastro che resiste ancora alle intemperie, ai disboscamenti e agli incendi estivi. Un altro esemplare gemello
è stato bruciato nel 1983.
E´ enorme nella sua chioma e nel suo fusto: alto circa 20 metri con circonferenza del tronco di circa 10 metri. Si pensa che abbia più di duemila anni.
L´albero desta ammirazione a vederlo e rende testimonianza di una natura prodiga e della coltura di queste piante nel territorio fin dai tempi remoti.
Le notizie sono state gentilmente fornite dall´Ing.Riccio di Sedilo che ha redatto i progetti per la valorizzazione del sito.
Foto Gallery
DOMUS IPOGEICHE SERRUGGIU
Le domus ipogeiche di Serruggiu sono scavate in dura roccia trachitica e distano circa un quarto d'ora da Cuglieri.
Il materiale, in pietra e terracotta, ritrovato nelle tombe è ascrivibile al contesto culturale di San Michele o di Ozieri (3500- 2700 a.C.).
L´Angius nel dare la descrizione della domus I ricorda oltre la denominazione di “Spelunca de nonna”, quella oggi perduta di “Sa grutta dessu ruggiu” (la grotta del colore rosso) per probabili pitture parietali in ocra.
Alcuni studiosi ritengono che sia stata proprio questa seconda denominazione della domus a dare nome alla zona “Serruggiu” da “dessu ruggiu”.
FONTE TIU MEMMERE
In questa località sembrerebbe sorgesse un tempio
dedicato a una Dea legata in qualche modo alla salute e all'acqua. Chi
beveva l´acqua della sorgente riusciva a dimenticare gli affanni
e i dispiaceri.
La fonte è al centro del rito ancestrale de "s´abba muda", l´acqua silente.
Avviene la notte del 24 giugno, vigilia della festa di S.Giovanni Battista. Dopo una breve sosta nella chiesa, si lascia a piedi l´abitato. In assoluto silenzio e senza mai voltarsi indietro si cammina ai lati della strada. Si dice infatti che quella sera il centro sia percorso dalle anime. Ci si dirige alla fonte per bere l´acqua che sana i mali del corpo e dell´anima; alla stessa maniera¸ in silenzio e senza mai girarsi¸ si fa rientro alla chiesa.
CASTELLO DEL MONTIFERRU
Il castello di Montiferru fu costruito in un periodo imprecisato ma antecedente al XII secolo da Ithocorre¸
fratello di Barisone giudice di Torres.
Per la sua posizione strategica
fu sicuramente uno dei più importanti del Logudoro.
Le fonti documentarie relative al maniero sono piuttosto scarse e frammentarie¸ ma si intuisce ugualmente l'importanza del ruolo che il castello ha rivestito nella vicende politiche e militari durante i giudicati prima e la lotta tra la Corona d´Aragona e il regno d´Arborea poi. Pare che il castello non sia mai stato al centro di qualche combattimento¸ ma viene sempre citato solo in occasione di passaggi di proprietà. La prima menzione della fortificazione è del 1195 e si riferisce all´accordo stipulato il 29 marzo dello stesso anno tra Costantino II di Torres e il Comune di Pisa.
Sotto il dominio spagnolo il castello perse la sua importanza e iniziò a decadere fino alle condizioni in cui si trova tutt´ora.
MONTE S´OTZU
La zona de "Su Mont´e s´Otzu"
e dintorni può essere considerata una delle poche zone della Sardegna
dove il mantello vegetale è ancora integro. Oltre al Leccio e alla
Roverella troviamo il primordiale Tasso e l´Agrifoglio che¸
con il Corbezzolo e il Castagno¸ in autunno colorano il paesaggio.
E´ una zona ricca di svariatissime specie di funghi, di sorgenti e di fauna.
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